Quello che è successo ieri non è stato in definitiva uno tsunami, ma la verità è che un'ondata umana ha inondato le strade e le piazze delle Isole Canarie questo sabato per protestare contro il turismo di massa (degli "eccessi") . L'ondata di malcontento si è riversata oltreoceano, con concentrazioni simboliche in luoghi emblematici come la Puerta del Sol (Madrid) e i dintorni dell'imponente Big Ben (Londra). Gli organizzatori hanno fatto un bagno di folla.
Secondo i dati forniti dalla delegazione governativa, più di 57.200 persone hanno partecipato alle manifestazioni in tutte le Isole Canarie. Il più numeroso è passato per il centro di Santa Cruz de Tenerife, con circa 30.000. A Las Palmas de Gran Canaria erano 14.000; ad Arrecife (Lanzarote), circa 9.000; a Puerto del Rosario (Fuerteventura), 2.800 partecipanti; a San Sebastián de La Gomera 300 persone e a Valverde (El Hierro) 120. Ma gli organizzatori portano il numero a più di 80.000 a Tenerife e a circa 50.000 a Gran Canaria. In totale si sono riuniti “circa 100.000”.
Tale è stata l'affluenza nella capitale di Tenerife che, quando l'intestazione ha raggiunto la facciata del Cabildo, la coda era ancora in Plaza de Weyler, il punto di uscita. Questa circostanza ha fatto sì che molti si ritirassero lungo la strada senza aver fatto molti progressi.
Víctor Martín, uno dei portavoce della piattaforma esausta delle Isole Canarie, ha dichiarato che è palese che “non siamo più quattro, ma un intero popolo che reclama a gran voce che il modello venga riconsiderato e che sia anche a beneficio della gente”. In Plaza de España, i sei attivisti che erano in sciopero della fame da dieci giorni hanno assistito alla lettura del manifesto e hanno ratificato la loro volontà di mantenere questa pressione fino alla chiusura dei lavori negli hotel La Tejita (Granadilla) e Cuna del Alma (Adeje).
Anche i canari che risiedono fuori dall'Arcipelago hanno alzato la voce, come a Madrid, dove in centinaia si sono riuniti a Puerta del Sol per criticare un modello economico che “ci sta espellendo dalla nostra terra”. A Malaga, cinquanta. Il movimento ha avuto repliche a Barcellona, Granada e Palma (Maiorca), Anche a Berlino, con un centinaio, hanno esposto uno striscione davanti alla fontana del Nettuno con il motto Die Kanaren am limit fur einen nachhaltigentourismous (Le Isole Canarie hanno un limite, per il turismo sostenibile). “Molti giovani delle Isole Canarie vogliono costruirsi un futuro e noi siamo costretti a partire”, ha lamentato Adal Lima. Ha attribuito la colpa alla “monocultura turistica”. Nella capitale britannica hanno scelto i dintorni del Palazzo di Westminster (sede del Parlamento del Regno Unito): “Le Canarie non sono in vendita