Ogni anno nelle isole Canarie vengono abbandonati tra i 4.000 e i 6.000 animali, di cui solo il 10% dei cani e l'1% dei gatti sono identificati con un microchip, secondo gli ultimi dati dell'Affinity Fund. In particolare, la presidente del Collegio dei veterinari di Santa Cruz de Tenerife, María Fernández, ha sottolineato l'importanza di garantire che gli animali siano correttamente registrati per proteggerli in caso di smarrimento o maltrattamento. "Il microchip non è solo uno strumento di aiuto in caso di smarrimento, ma permette anche di responsabilizzare il proprietario dell' animale domestico", spiega.
Venerdì scorso, sia il Collegio dei veterinari di Santa Cruz de Tenerife che quello di Las Palmas de Gran Canaria hanno consegnato microchip a più di venti comuni in una sessione informativa per migliorare il controllo diretto degli animali a livello comunale. "Per le amministrazioni pubbliche un animale non identificato è inesistente, da qui l'importanza di registrarne il maggior numero possibile", chiarisce il presidente. In risposta a questa situazione, entrambe le organizzazioni hanno lanciato una campagna di sensibilizzazione con lo slogan "Identifica e proteggi", che mira a promuovere il benessere degli animali da compagnia.
Regolamenti
Inoltre, la legge 7/2023 sulla protezione dei diritti e del benessere degli animali prevede l'identificazione obbligatoria di cani, gatti, furetti e uccelli. Fernández sottolinea che i cani delle Canarie sono identificabili circa il 70%. Tuttavia, ammette che la questione preoccupante dell'Arcipelago è la registrazione dei felini. "Molti dei gatti non registrati sono animali che vivono bene con i loro padroni e non escono di casa", afferma. Ma sottolinea che la possibilità che un animale si perda può capitare a chiunque. Aggiunge che "quando un animale viene registrato, ciò aiuta anche l'amministrazione a conoscerne il numero reale e a creare politiche che riflettano tali cifre".
La legge stabilisce inoltre che le autorità locali devono gestire le colonie di gatti attraverso programmi comunali, attuare campagne di formazione e informazione per il pubblico su tale gestione e stabilire piani di controllo della popolazione dei gatti della comunità, tra le altre azioni. A questo proposito, Fernández chiarisce che "i comuni non rispettano pienamente questa legge perché le normative sono molto esigenti, richiedono investimenti e i comuni hanno a disposizione risorse limitate". E aggiunge che "il governo centrale avrebbe dovuto essere un po' più sensibile a questo tema e aiutare soprattutto i comuni più piccoli ad applicare correttamente la legge".