Il collettivo Canarias tiene un límite (Le Canarie hanno un limite) ha annunciato martedì che il prossimo maggio si terranno nuove proteste nelle strade di Tenerife in risposta all'"inazione" delle amministrazioni contro il turismo di massa, la distruzione delle isole e la speculazione.
Un comunicato firmato da quindici organizzazioni segnala che, a un anno dalla manifestazione "storica" del 20 aprile , "in cui centinaia di migliaia di persone provenienti dalle otto isole hanno denunciato il collasso dell'Arcipelago", le istituzioni "non riescono ancora ad assumersi le proprie responsabilità e la situazione non ha fatto che peggiorare".
Il modello economico che privilegia il turismo di massa, la distruzione e la speculazione continua a prosciugare il territorio e a rendere precaria la vita di chi vive su queste isole, denunciano.
Per questo annunciano proteste a Tenerife e invitano il resto dell'arcipelago a unirsi "ancora una volta in questa missione comune".
Queste organizzazioni sottolineano che "nonostante l'enorme protesta che ha colpito le isole lo scorso aprile, il governo delle Canarie non ha adottato misure adeguate per affrontare l'emergenza che stiamo vivendo".
Al contrario, ha votato contro ( in diverse occasioni ) l'introduzione di una tassa di soggiorno o l'istituzione di una moratoria sul turismo.
Sottolineano che non ha instaurato veri canali di dialogo né ha dimostrato la volontà politica di ascoltare il movimento cittadino che ha promosso "la più grande manifestazione della nostra storia".
Nel frattempo, continuano, la pressione turistica "aumenta, le disuguaglianze aumentano, la speculazione urbana continua impunita, le isole crollano e l'impatto ambientale peggiora". Infatti, nel 2024, le Isole Canarie hanno battuto il record di arrivi turistici, con oltre 18 milioni, mentre le isole sono scese all'ultimo posto dell'intero Paese in termini di stipendi.
Il collettivo Canarias tiene un límite afferma che "oggi la dipendenza dal turismo è ancora maggiore, gli alloggi sono più inaccessibili che mai, i tassi di povertà ed esclusione sociale continuano ad aumentare, stiamo perdendo il nostro patrimonio naturale unico a un ritmo allarmante e i macroprogetti al servizio della speculazione estera continuano senza sosta".
Nel frattempo, secondo queste organizzazioni, "manca ancora un vero cambiamento nel modello che garantisca un futuro dignitoso a noi che viviamo su queste isole".
Per questo motivo annunciamo che torneremo a scendere in piazza a Tenerife a maggio e invitiamo le altre sette isole ad unirsi ancora una volta a noi in questa missione comune.