Sempre più ragazze in Europa si stanno procurando forti scottature al sole, per seguire un trend social che si sta diffondendo soprattutto su TikTok, che spinge a mostrare le linee dell'abbronzatura come segno di bellezza. La folle abitudine si è talmente diffusa che addirittura è dovuto intervenire Parigi, per provare a porre un freno alla cosa.
Il governo francese ha ufficialmente chiesto l'intervento del regolatore Arcom per fermare la nuova tendenza virale che promuove un'esposizione solare pericolosa, finalizzata a ottenere abbronzature nette e visibili, ma che si manifesta spesso in terribili scottature. Il trend, che utilizza hashtag come #sunburnttanlines (che in inglese significa linee di abbronzatura da scottature al sole), mostra sempre più giovani, soprattutto ragazze, con ustioni evidenti sul corpo, esibite con orgoglio come se fossero trofei estetici.
"Bruciarsi volontariamente la pelle per un video su TikTok o Instagram: è quello che sto vedendo da alcune settimane con i sun tattoos, le burn lines e le tan lines", ha dichiarato il ministro della Salute Yannick Neuder in un video postato sui social. "La vostra pelle è la vostra vita, ne avete una sola. Non sacrificatela per 30 secondi di buzz".
Abbronzatura estrema
Nel 2025, non basta più avere una pelle dorata per dimostrare di essere stati in vacanza. Il trend, che ha accumulato oltre 150 milioni di visualizzazioni su TikTok, consiste nel mostrare con orgoglio le linee lasciate dal costume, ben visibili su una pelle arrossata e dolorante.
Le influencer coinvolte descrivono il processo come parte della loro "beauty routine". Alcune consigliano l'uso di oli vegetali come olio di carota o d'oliva prima dell'esposizione al sole, mentre altre mostrano con fierezza vesciche e scottature, definendole "abbronzatura in transizione". Una ragazza, con entusiasmo, paragona le sue bruciature a un tatuaggio naturale: "Che sia rossa o marrone, un segno è un segno!".
Una moda altamente rischiosa
Dietro l'estetica social si nasconde una realtà clinica inquietante. "Queste giovani non si abbronzano, si bruciano", ha avvertito la professoressa Anne Dompmartin, dermatologa e responsabile del reparto di dermatologia-venerologia del Chu di Caen, parlando al quotidiano francese Le Figaro. "Le bruciature provocano dolore immediato, poi il distacco della pelle. Nei casi più gravi possono formarsi delle vesciche. Alla guarigione, restano piccole macchie scure che chiamiamo 'macchie del cimitero', e che durano tutta la vita".
Ma il danno estetico è il minore dei problemi. "Più la pelle è chiara, più alto è il rischio a lungo termine di sviluppare melanomi e carcinomi", ha spiegato Dompmartin. "I raggi Uv danneggiano il dna delle cellule, e questo può causare mutazioni che portano a tumori. Ogni scottatura aumenta quel rischio".
Secondo Santé Publique France, oltre l'85 per cento dei tumori della pelle è causato da esposizione eccessiva ai raggi UV. Il melanoma, la forma più grave, rappresenta il 10 per cento dei casi. Le scottature durante l'adolescenza sono considerate un fattore di rischio particolarmente critico. "Più la pelle viene esposta precocemente, quando l'epidermide è ancora in sviluppo, più invecchia rapidamente e aumenta il rischio di tumori cutanei".
Scottarsi per abbronzarsi
"Molte ragazze credono che una scottatura forte favorisca un'abbronzatura più intensa in seguito. È una sciocchezza totale", ha avvertito Dompmartin. L'uso di oli vegetali come il monoï o l'olio d'oliva non solo non accelera il processo, ma peggiora le cose. "È completamente stupido. Questi oli agiscono come una lente d'ingrandimento: concentrano i raggi Uv e aumentano il rischio di ustioni", ha continuato.
Oltre ai rischi dermatologici, ciò che preoccupa gli esperti è la psicologia alla base del fenomeno. "Quello che mi inquieta di più è l'idea che queste ragazze vogliano farsi del male", ha osservato la dermatologa. Secondo lei, si tratta del sintomo di una generazione che cerca emozioni forti in un mondo percepito come troppo comodo: "Una voglia di straordinario in una quotidianità troppo piatta".
L'intervento dell'Ue
Per arginare il fenomeno, i ministri Neuder e Chappaz hanno chiesto ad Arcom di agire insieme alla Commissione europea per verificare se TikTok stia rispettando il Digital Services Act. La normativa impone ai colossi digitali di valutare e mitigare i rischi sistemici, proteggere i minori e garantire trasparenza sugli algoritmi.
Parigi ha invitato l'autorità a "compilare un dossier da inviare al coordinatore competente e, se necessario, collaborare con i servizi della Commissione europea per un'indagine". Un precedente c'è già: in aprile, TikTok fu costretta a rimuovere l'hashtag "SkinnyTok" dopo una campagna governativa contro i contenuti che promuovevano l'estrema magrezza.