Rispetto per chi ha semplicemente manifestato e per le sue richieste – alcune anche condivise – e censura assoluta nei confronti di chi è uscito dai percorsi autorizzati per scendere anche in spiaggia, nel caso di Tenerife, e dare fastidio ai bagnanti. Sono stati questo lunedì i due messaggi principali dell'associazione padronale delle Canarie all'indomani delle manifestazioni che si sono svolte questa domenica all'insegna del motto Le Isole Canarie hanno un limite, il seguito di quelle che hanno già toccato diverse parti delle isole il 20 aprile. “È un peccato che queste persone – ha sottolineato il presidente dell’Associazione Alberghi e Non Alberghieri di Tenerife, La Palma, La Gomera ed El Hierro (Ashotel), Jorge Marichal – non abbiano altro modo di lottare per ciò in cui credono. non "spaventa, intimidisce e mette alle strette il turista".
La frase di Marichal era rivolta, ovviamente, a quella parte dei manifestanti che non ha rispettato il percorso ed è scesa sulla sabbia della spiaggia di Troya, a sud di Tenerife, facendosi strada tra turisti e gente del posto, non alla maggior parte dei partecipanti. Più in generale, il rappresentante di Ashotel ha spiegato che è evidente che le infrastrutture e i servizi pubblici – strade, trasporti e anche la sanità – non sono migliorati negli ultimi anni con la crescita della popolazione, ma proprio per questo ha detto bisogna usare il turismo "come capro espiatorio". Non invano, i presidenti della Confederazione Provinciale degli Imprenditori di Santa Cruz de Tenerife (CEOE-Tenerife), Pedro Alfonso, e della Confederazione Canaria degli Imprenditori (CCE), Pedro Ortega, hanno approfondito le richieste ascoltate questa domenica che " dovrebbero essere rivolti alla pubblica amministrazione nel suo insieme", ha detto Alfonso.