L’offerta di case in affitto a Tenerife è crollata negli ultimi dieci anni. I dati lo confermano. Nel 2013 i portali immobiliari proponevano in tutta l'Isola 2.000 appartamenti in affitto a lungo termine; oggi non arrivano a 500 (esattamente 496), quattro volte meno. Se a ciò aggiungiamo che la promozione pubblica equivale a zero nel decennio e che le possibilità di locazione turistica – per brevi periodi – sono 24 volte quelle degli affitti convenzionali – 12.000 volte 500 – è possibile delineare la realtà di un settore in crisi. Secondo gli esperti, tutto è dovuto alle conseguenze di una legge sull'edilizia abitativa, approvata nel maggio dello scorso anno, che attribuisce ogni responsabilità al proprietario, che lo porta a non mettere sul mercato il suo immobile.
Per quanto riguarda il prezzo, una nota: secondo i dati dei portali dell'ultimo trimestre dello scorso anno, aumenta in quel periodo del 3,2% nella provincia di Santa Cruz de Tenerife fino a raggiungere i 12,2 euro al metro quadrato, un massimo storico. Nella capitale cresce del 10,2% arrivando a 10,9 euro al metro quadro. Il mercato più esclusivo è Puerto de la Cruz: 14,5 euro.
La dimensione del problema è tale che “operai, camerieri, medici o insegnanti non possono più affittare in alcune zone del Sud e sono costretti a vivere in periferia”. Anche “su alcune isole minori gli affitti possono scomparire”.
La realtà quotidiana dell'affitto a Tenerife è chiara grazie ai casi pratici. Un giovane tra i 16 e i 29 anni che affitta una casa da solo dovrà lasciare, in media, il 94% del suo reddito, secondo l'Osservatorio sull'emancipazione del Consiglio spagnolo della gioventù (CJE) in un rapporto pubblicato lo scorso novembre. Annuncio reale: «Chi affitta deve avere un reddito di lavoro tale che l'affitto rappresenti meno del 35% dello stipendio. Si tratta di circa 1.770 euro. Conseguenza diretta: i residenti di Tenerife che guadagnano meno di 1.800 euro al mese sono di fatto esclusi dal mercato degli affitti. Insostenibile.