Cosa è stato detto
Il rappresentante del Polisario in Spagna, Abdulah Arabi, ha dichiarato che, secondo la loro analisi, una volta che il Marocco riuscirà a «consolidare l'occupazione» del Sahara Occidentale, il “successivo obiettivo” diventerebbero le Isole Canarie.
Ha lanciato questo avvertimento in prossimità della XIII Reunión de Alto Nivel (RAN) tra Spagna e Marocco, suggerendo che Madrid dovrebbe “frenarne le ambizioni” prima che diventino concreta.
Secondo Arabi, l'esperienza del popolo saharawi consente di fare questa previsione con “fondamento”, e rimarca che gli accordi internazionali e le recenti sentenze del Tribunale di Giustizia dell'Unione Europea (TUE) — che riconoscono lo status separato del Sahara Occidentale rispetto al Marocco — rendono il contesto geopolitico particolarmente fragile.
Il messaggio e le sue implicazioni
Si tratta di un avvertimento forte: non più una semplice critica diplomatica, ma un'ipotesi di espansione territoriale che coinvolgerebbe i territori spagnoli (le Canarie), in caso di un rafforzamento dello “status quo” marocchino sul Sahara. Questo trasforma il conflitto saharawi da questione “africana / ex coloniale” in potenziale emergenza per la Spagna e l'Europa Atlantica.
L'allerta è rivolta tanto a Madrid quanto all'opinione pubblica: secondo il Polisario, la comunità internazionale non può limitarsi a un ruolo passivo, perché le possibili “pretese espansioniste” potrebbero colpire direttamente territori membri dell'UE e della NATO.
L'affermazione intende anche mettere pressione sul governo spagnolo: si suggerisce che, di fronte a certe concessioni al Marocco (politiche, diplomatiche, economiche), la soglia del rischio non è solo morale o simbolica — ma strategica, territoriale.
Anche se non esistono al momento elementi pubblici che conferiscono un piano reale verso le Isole Canarie, la minaccia — reale o retorica — ha implicazioni concrete: mobilita opinione, riapre il dibattito sulla legittimità delle politiche europee nei confronti del Marocco, e costringe a interrogarsi su quanto il conflitto saharawi — tutt'altro che risolto — possa avere ricadute ben oltre il Nord-Africa.