Quando è arrivata quell'onda enorme, mi sono girata e non lo trovavo più. Ho iniziato a urlare “Luca, Luca”, non lo vedevo. Poi altri me l’hanno indicato, era stato trascinato verso l’oceano. Era in mezzo a due onde, in una specie di risucchio. Andava su e giù, scendeva e saliva di continuo». A parlare è Alessia Ghibaudo, 23 anni, la fidanzata di Luca Brignone, il venticinquenne di Cuneo morto lunedì 14 agosto, travolto da un’onda anomala sulla spiaggia di Tenerife, alle isole Canarie in Spagna. Il racconto è drammatico: «Sarei andata da lui, ma mi hanno sempre trattenuta a riva. E nessuno faceva niente. I soccorsi sono arrivati troppo tardi. Fossero arrivati cinque minuti prima, Luca si poteva salvare».
Il mare ha restituito il corpo solo a ferragosto, intorno a mezzogiorno, a 150 metri di distanza dal luogo della tragedia, una caletta della costa di Los Gigantes, a Santiago del Teide. Luca e Alessia erano arrivati sabato per una vacanza di dieci giorni che avevano progettato da tempo. Il sogno è diventato un inferno alle 15 di lunedì.
La ragazza è stata raggiunta dai familiari di Luca, il papà Alfio Brignone, la mamma Monica e la sorella maggiore Laura. Oggi è prevista l’autopsia, poi inizieranno le pratiche per il rimpatrio della salma in Italia.