Non si ferma la lotta contro la contraffazione: Ora anche nei negozi

Non si ferma la lotta contro la contraffazione: Ora anche nei negozi

La Polizia Nazionale ha arrestato dieci persone sospettate di vendere merce contraffatta di marchi prestigiosi in vari negozi situati nella principale zona turistica del sud di Tenerife.
Gli agenti hanno sequestrato una notevole quantità di articoli che sembravano appartenere a noti marchi di lusso.

Si stima che la merce sequestrata, se fosse stata autentica e venduta al suo valore reale di mercato, avrebbe avuto un valore di quasi un milione di euro.

Brigata di Polizia Giudiziaria
L'operazione è stata condotta da agenti della Brigata di Polizia Giudiziaria del Commissariato di Polizia di Tenerife Sud della Polizia Nazionale.
L'operazione della polizia in borghese è iniziata in seguito alle denunce presentate dai rappresentanti delle attività commerciali colpite dalla vendita di prodotti contraffatti nei negozi di Costa Adeje e Playa de las Américas.

Inoltre, secondo quanto riportato, gli agenti avevano ricevuto denuncia da altri titolari di attività commerciali che si sentivano danneggiati da queste pratiche fraudolente.

Da Puerto Colon al Miglio d'Oro
Le risorse della polizia sono state indirizzate verso esercizi commerciali situati in zona come il centro commerciale Puerto Colón, nella zona di Palmeras del Sur-San Eugenio (Costa Adeje), nonché in Avenida de Las Américas, meglio conosciuta negli ultimi anni come Miglio d'Oro, poiché ospita numerosi negozi, ristoranti e hotel che si rivolgono a una clientela di alto livello.
La polizia ha agito in collaborazione con un avvocato e un esperto di marchi. Ogni lotto di articoli rinvenuti doveva essere analizzato dall'esperto per determinare se potesse essere considerato contraffatto o meno.

Articoli
Tra le altre cose, gli agenti hanno trovato nei negozi articoli come borse, magliette, abbigliamento sportivo e portafogli, tutti con i loghi di marchi prestigiosi e riconosciuti a livello internazionale.
Le persone arrestate sono state immediatamente rilasciate e sono ancora sotto inchiesta.
Tra loro ci sono cittadini di origine indiana, cinese e marocchina. Alcuni di loro possiedono già la cittadinanza spagnola.
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