La chiusura del Rifugio Altavista sul Teide, situato a 3.260 metri sul livello del mare, rappresenta un grave rischio per tutti gli escursionisti e visitatori che quotidianamente percorrono la rete di sentieri nella parte alta dello stratovulcano.
La storica struttura dove pernottava chi saliva in cima alla "Spagna", a 3.270 metri di altitudine, è chiusa da più di tre anni, periodo in cui ha subito danni da atti di vandalismo, accumulo di immondizia e peggioramento, che complicherà e ritarderà ulteriormente ogni previsione di riapertura.
Il Cabildo sta elaborando il progetto essenziale dell'impianto di depurazione delle acque reflue per rimetterlo in servizio, ma quando tale installazione sarà eseguita, una riforma sarà ancora pendente a causa degli anni di chiusura, alla decisione sul suo modello di gestione e l'assunzione del necessario personale specializzato per il suo corretto funzionamento.
Ogni anno le guardie del Rifugio effettuavano numerosi soccorsi per incidenti di ogni tipo; dalle cadute, contusioni, erosioni varie, fratture, ipoglicemia, mal di montagna per ipossia ipobarica, ipotermia, fino alle più gravi come la PCR.
La struttura disponeva di una sala medica dotata di DESA, fondamentale per intervenire con successo in alcuni casi di PCR, e di materiale di primo soccorso dove il personale addetto alla struttura era formato e qualificato per il suo utilizzo.
E' evidente che chiunque percorra la parte alta dei sentieri e desideri raggiungere la vetta o scendere a piedi, con la chiusura del rifugio, non la più quel punto di ristoro né la possibilità di essere assistito in caso di incidente.
La riapertura del Rifugio Altavista risulta nel nuovo Piano Regolatore di Uso e Gestione Lo ammette Blanca Pérez, consigliere per l'ambiente naturale, la sostenibilità, la sicurezza e le emergenze del Cabildo de Tenerife